CUORE E SPORT

A cura del Dott. Gianfranco De Angelis

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Esercitare un’attività fisica è importantissimo. L’organismo ha infatti bisogno di lavorare, potendo essere uno stato prolungato di riposo causa di malattia.

L’esercizio fisico migliora la salute, aumentando la funzione dei vari processi fisiologici. Alcuni sostengono addirittura che l’attività atletica allunghi la vita.  Anche se ciò è contestato da molti, è indubbio che un’attività non eccessivamente faticosa sia un vantaggio per la salute. Molto spesso si può infatti notare un certo miglioramento organico con la semplice ripresa dell’attività fisica in soggetti sedentari. Il movimento determina un senso di benessere fisico, permettendo di scaricare la tensione nervosa, specie negli individui psico-nevrotici. Inoltre, combatte l’insonnia, mantiene un peso ideale, serve a sviluppare senza squilibri le masse muscolari, a togliere o a ridurre le disarmonie strutturali e ad allontanare alcune malattie che intaccano più facilmente i fisici deboli (disturbi delle vie respiratorie nella stagione fredda, disturbi digestivi con conseguente cefalee ecc.). Ma soprattutto, l’attività fisica può esercitare un’energica azione profilattica nei confronti dell’apparato cardiovascolare, di cui il cuore è il principale elemento.

Il cuore è come una pompa, il cui compito fondamentale nell’economia dell’organismo è di rifornire tutte le cellule di sangue ossigenato, fondamentale affinché possano adempiere alle loro funzioni metaboliche. Il cuore fornisce la forza necessaria alla progressione del sangue, che a sua volta trasporta il nutrimento in tutte le parti del corpo portando via i prodotti di rifiuto derivanti dal metabolismo. Le sostanze maggiormente veicolate sono l’ossigeno, l’anidride carbonica, l’acido lattico ed il glucosio. Grazie alla sua contrazione ritmica, il cuore invia sangue sia nel circolo polmonare, dove avvengono gli scambi respiratori (per cui i globuli rossi liberano all’esterno anidride carbonica arricchendosi di ossigeno), sia nel circolo sistemico, per adempiere alle funzioni metaboliche.

L’attività cardiaca, fatta di sistole e diastole, si realizza per l’azione di strutture nervose centrali e periferiche, indipendenti dalla volontà, che trasportano stimoli al cuore. Il cuore è quindi una macchina infaticabile, il cui eventuale arresto, anche per pochi secondi, determina lesioni irreversibili alle cellule più sensibili e più bisognose di ossigeno, come quelle del sistema nervoso. Da questa semplice constatazione si è in grado di intuire l’importanza di questo organo ai fini di una perfetta efficienza fisica, ma anche la necessità di trattarlo con le dovute cautele, soprattutto in funzione dell’attività fisica.

Il cuore si adatta al lavoro fisico con modificazioni funzionali, che si traducono in un aumento della frequenza cardiaca e della gittata sistolica, quindi della gittata o portata cardiaca (quantità di sangue espulsa in un minuto). Essendo un muscolo di resistenza, il meccanismo di adattamento della gittata viene compensato da un aumento della lunghezza delle fibre cardiache, direttamente proporzionale alla forza della contrattilità miocardica (legge di Frank Starling). Per tale motivo, gli atleti posseggono un cuore ipertrofico; a seconda del tipo di sport, quindi del tipo di sovraccarico, distinguiamo due tipi di ipertrofia del cuore da atleta: un’ipertrofia concentrica (con aumento simmetrico degli spessori parietali del ventricolo sinistro e riduzione dei suoi diametri), tipica degli allenamenti di potenza con sovraccarico pressorio in poco tempo, ed un’ipertrofia eccentrica con aumento degli spessori parietali del ventricolo sinistro ed aumento consensuale dei suoi diametri, tipica degli sport di resistenza con sovraccarico volumetrico.

Gli sportivi di fondo, normalmente, ingrandiscono la parte destra (per aumentata resistenza polmonare alla circolazione e aumentato afflusso venoso). Al contrario, gli sforzi brevi e intensi aumentano lo spessore del cuore sinistro, per l’aumento della pressione sanguigna nella circolazione sistemica (questo fenomeno si riscontra il più delle volte nella cultura fisica a livello agonistico).

Con l’allenamento, specialmente nello sport di fondo, si apprezza anche una riduzione della frequenza cardiaca a riposo, grazie allo sviluppo di un ipertono del sistema nervoso vagale; tutto ciò è compensato dal fatto che ogni contrazione sistolica avviene in maniera più energica.

Affinché questi adattamenti possano verificarsi senza danni, è indispensabile avvicinarsi allo sport in modo leggero, per poi aumentarne gradatamente l’intensità.

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